Manifesto

Una rivista è sempre un concetto.

Un’idea che si approssima all’illusione di trovare casa, che magari possiamo definire come identità.

Se non fosse che questa parola nel tempo ha assunto significati i più diversi, utilizzata di volta in volta come arma o rifugio di consolazione. Per non parlare dei contorni quanto mai sfumati e dei confini di senso che costituiscono oggi le appartenenze, irrisolte, patetiche, capaci solo di soffiare sulle ceneri del disagio collettivo.

La Storia che vediamo svolgersi è in un vortice di continuo cambiamento e declino, dite voi dove inizia l’uno e finisce l’altro; consapevolmente o no siamo tutti nella crepa che divide i due campi.

Crediamo ogni giorno un po’ di più che proprio gli spazi di mezzo siano i luoghi da abitare con maggiore profitto, quelli in cui nitidamente è la realtà a farsi percepibile, dove le relazioni sono gabbie e la soggettività una liberazione.

Ecco, riducendo il discorso, è esattamente in questo luogo che ci piacerebbe stare. Tentare, con gusto e senza pretesa alcuna, di non rimanere schiacciati dal già determinato.

Mutando in continuazione prospettive e sguardo, con voi lettori saremo buoni compagni.

Non ci saranno bussole o mappe per meglio orientarsi, non indicheremo strade da percorrere né  indirizzi da raggiungere, volizione e dogmi non rientrano nelle nostre intenzioni.

Una rivista è sempre una scommessa, un azzardo e una vanità.

Ce la prenderemo comoda e sarà bellissimo.